TERAMO – Di quali autorizzazioni dispone la Festa dell’Agricoltura? Quale delibera autorizza la ristorazione in piazza? Perchè escludere gli operatori locali da un evento di portata nazionale? Come viene tutelata la pubblica sicurezza? Sono solo alcune delle domande che questa mattina Antonio Topitti di Confesercenti e il ristoratore teramano Marcello Schillaci, hanno rivolto all’amministrazione comunale dopo le polemiche divampate per gli ingombranti gazebo allestiti lungo il corso per la manifestazione enogastronomica promossa dalla Cia. Nel mirino dei due rappresentanti finisce l’assessore al ramo Mario Cozzi e la "politica democristiana della Giunta", così come l’hanno definita, accusata di non coinvolgere i commercianti che al contrario sono i primi a non sfuggire a controlli e sanzioni pur osservando regole che invece "manifestazioni di piazza" non osservano. Pietra dello scandalo, per Marcello Schillaci, è l’area ristorazione che verrà allestita in piazza Martiri. "Esiste una delibera dell’ex sindaco Chiodi che vietava questo tipo di iniziative – spiega Schillaci -. Chi ha autorizzato un’area ristorante ? Abbiamo appreso dalla stampa che verranno serviti piatti tipici locali. Perchè allora escludere i ristoratori teramani già vessati durante il periodo estivo dalla fuga dei clienti verso le sagre?". "Si tratta dell’ennesimo evento gestito con approssimazione, così come avvenne l’anno scorso con l’Oktoberfest quando vennero estesi i permessi oltre i limiti temporali consentiti. L’amministrazione parla di indotto – hanno dichiarato ancora Topitti e Schillaci – ma di che indotto si parla? L’organizzazione e gli operatori coinvolti, dalla logistica agli allestimenti, non sono teramani, così come la ristorazione. Ignorate anche le norme di sicurezza sul lavoro a giudicare dalle condizioni degli operai preposti all’installazione delle strutture. Perchè non spostare una iniziativa di questo tipo alla Villeroy? E’ vicina alla sede della Cia dove in passato si faceva la Fiera dell’Agricoltura che poi il Comune ha spostato a Piano d’Accio, invece si è preferito chiudere l’accesso ai negozi del corso per una manifestatzione che tra montaggio e smontaggio dura 8 giorni".
Nel mirino di Topitti la "soluzione clientelare", chieste le dimissioni di Cozzi
Dopo le polemiche si è convenuto di liberare l’area davanti al negozio del "nervoso Topitti" (anche in virtù del trasloco dell’attività con cui è alle prese in questi giorni). "Una soluzione che certo mi fa comodo – ha detto Topitti – ma clientelare perchè accontenta ‘un commerciante che ha dato in escandescenze’ ma che penalizza comunque gli altri colleghi". "Dispiace che a causa nostra ci sia stata una cattiva pubblicità per la manifestazione, non avremmo voluto questo anche in virtù dei rapporti con la Cia a cui personalmente avevo dato la mia disponibilità a utilizzare le connessioni internet del mio negozio. Noi contestiamo il metodo dell’amministrazione che di fatto ci esclude e ci penalizza". Da qui la richiesta ufficiale di Topitti: "Chiedo ufficialmente le dimissioni dell’assessore Cozzi visto che ignora la regole da far rispettare e impone condizioni di lavoro penalizzanti per i commercianti del suo territorio".
Le controproposte
Quali soluzioni adesso per ricucire lo strappo? Schillaci, dopo l’ironica considerazione sulla preferenza dei bikini sulle scale del duomo agli ingombranti gazebo, ha chiesto che venga eliminata l’area della ristorazione poichè non è autorizzata e Topitti propone che i gazebo vengano sistemati al centro su un’unica fila. In questo modo si permette il passaggio a nord e sud dei mezzi di locomozione e dunque anche di soccorso, e non si ostacolano le operazioni di carico e scarico merci anche per gli esercenti.